“Blue Whale” e tutela dei minori, convegno a Roma presso la Camera dei Deputati. Il consigliere comunale Norcia: “Necessario recuperare l’aspetto umano della socializzazione, insegnando ai nostri giovani i valori della tolleranza, della condivisione e del pieno rispetto delle diversità”

 

Si è svolto ieri, il convegno “Blue Whale, la verità e la tutela del minore”, evento fortemente voluto dal dottor Stefano Callipo, presidente dell’Osservatorio Violenza e Suicidio, presso la sala del Refettorio, Palazzo Macuto, Camera dei Deputati, a Roma. Presente, in rappresentanza del Comune di Terracina, il consigliere comunale Sara Norcia, su invito diretto del su menzionato Osservatorio.

 

Obiettivo dell’incontro è stato il fare chiarezza sulla portata del “Blue Whale”, pericoloso gioco nato sul web in Russia, che spingerebbe i giovani al suicidio. Durante il convegno si sono interfacciati, in un confronto tecnico e culturale, magistrati, avvocati, psicologi, criminologi e giornalisti, tra cui Adriana Pannitteri del TG1 Rai.

 

Particolarmente apprezzato, tra gli altri, è stato l’intervento del magistrato Valerio de Gioia, che unitamente al coautore, avvocato Gian Ettore Gassani, ha presentato il “Codice Rosso”: si tratta di una raccolta di disposizioni a tutela delle vittime della violenza di genere. I relatori hanno sottolineato ed evidenziato l’importanza di un costante dialogo tra le istituzioni, auspicando ulteriori modifiche che garantiscano effettiva certezza delle misure cautelari, al fine di proteggere realmente le vittime di violenza.

 

“Sono molto contenta e orgogliosa di essere stata invitata a partecipare ad un convegno così importante – ha dichiarato il consigliere comunale Norcia – Ciò su cui vorrei soffermarmi, in particolare, è il significato umano e sociale di fenomeni come il ‘Blue Whale’, unitamente alla tutela dei minori, nonché le conseguenze che esso comporta nella nostra società. Gli atti di bullismo, di cyberbullismo e di violenza, che purtroppo istigano molto spesso al suicidio, vengono sicuramente diffusi attraverso forme di comunicazione scorrette”.

 

“Ci troviamo a vivere in un’epoca in cui i social network occupano un lasso di tempo notevole nella vita dei ragazzi – ha proseguito il consigliere – Se da un lato, essi hanno permesso di facilitare le modalità di comunicazione e interazione, dall’altro hanno purtroppo dato vita a una cultura incentrata su parametri di banalità e superficialità, che nella maggior parte dei casi ha reso i giovani stessi totalmente incapaci di socializzare, preferendo ‘aggiungersi’ piuttosto che ‘raggiungersi’, e dove avere un maggior numero di ‘like’ e di seguaci sui propri profili social rappresenta un nuovo simbolo fallico. Quello che istituzioni, docenti e professionisti possono fare è cercare di recuperare l’aspetto umano delle interazioni e della socializzazione: occorre insegnare ai nostri giovani i valori della tolleranza, della condivisione e del pieno rispetto delle diversità, siano esse di genere, razza o religione”.