Terracina – L’operazione della polizia contro un imprenditore agricolo. La denuncia scattata da alcuni indiani. Scoperte condizioni lavorative degradanti

Sfruttamento del lavoro, minaccia aggravata con l’utilizzo di arma da fuoco, lesioni personali, detenzione abusiva di munizioni, omessa denuncia di materie esplodenti. Questi i reati per i quali è stato arrestato lo scorso 10 ottobre un imprenditore agricolo di Terracina. Alessandro Gargiulo, 35 anni, è accusato di aver ridotto in condizioni degradanti corrispondendo retribuzioni difformi, la sua manodopera agricola, costituita da indiani. Secondo le indagini, l’uomo si sarebbe avvalso anche di “caporali” deputati alla sorveglianza dei lavoratori e di situazioni alloggiative fatiscenti da destinare ai braccianti agricoli, avvalendosi della complicità di terze persone denunciate in stato di libertà nella stessa operazione di polizia.

Ma l’accusa che potrebbe aprire nuovi scenari sul fenomeno del caporalato, è l’uso delle armi. Ne sono state sequestrate diverse.

Per quanto ricostruito dalle indagini, scaturite dalla segnalazione di cinque braccianti agricoli di origini indiane, questi, al pari di altri connazionali, venivano ripetutamente minacciati, dal datore di lavoro che utilizzava armi da fuoco esplodendo colpi all’indirizzo degli stessi per spronarli ad accelerare la raccolta e la lavorazione dei prodotti. Lo scorso 10 ottobre, stando a quanto ricostruito, all’ennesimo licenziamento di uno dei suoi operai, peraltro in stato di clandestinità poiché privo di titolo a permanere su territori nazionale, reagiva presentandosi presso l’alloggio dei braccianti ove determinato a dare un “lezione” faceva ripetutamente fuoco, fortunatamente senza colpire nessuno. L’arma sarebbe stata puntata ad alcuni di loro anche alla gola.

Alcuni braccianti riusciti a scappare, sono ricorsi al commissariato di Terracina agli ordini del dirigente Roberto Graziosi per dare l’allarme. Alcune unità della Squadra Volanti e la Squadra Anticrimine e della Polizia scientifica, giunti sul posto cinturavano la villa padronale dell’imprenditore agricolo e facevano irruzione. L’uomo alla vista degli agenti non ha opposto resistenza ma alla richiesta degli operatori di esibire il fucile a pompa, legalmente detenuto, in un estremo tentativo di eludere il controllo ha simulato il furto. Ma gli accertamenti hanno consentito di individuare le persone grazie ai quali l’uomo si era disfatto dell’arma. Sono stati denunciati tutti per per favoreggiamento personale e porto abusivo di arma, mentre l’arma rinvenuta veniva sottoposta a sequestro.