La storia di Clementina Caligaris, la maestrina di Sezze tra le 13 donne che entrarono a far parte della Consulta per la Costituente, sarà ricordata a Terracina giovedì 30 gennaio. In un incontro con Dario Petti, editore pontino e autore del libro a lei dedicato, sarà l’ex sindaco di Terracina Vincenzo Recchia a ripercorrere le tappe della pioniera dell’emancipazione delle donne.

Il libro di Petti “Clementina Caligaris. Storia di una consultrice” (Atlantide editore), che ha ricevuto una menzione speciale nel Premio nazionale Fiuggi Storia 2019, svoltosi presso la Biblioteca della Camera, sarà presentato a Terracina attraverso un incontro pubblico con inizio alle 17 presso l’aula consiliare di Terracina.

Proprio in piazza del Municipio a Terracina un secolo fa, il 27 febbraio 1920, Caligaris tenne un celebre comizio arringando una folla di cittadini terracinesi, in gran parte braccianti, pescatori e operai, un evento di cui parlò il quotidiano socialista l’Avanti. Inoltre, il 30 gennaio 1945, mentre il Nord del Paese è ancora sotto l’occupazione nazifascista, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, decise la concessione del voto per le donne italiane. Il decreto sarà emanato il successivo 1° febbraio. Otto mesi dopo, per la prima volta, tredici donne entrano a far parte di una istituzione politica nazionale, la Consulta per la Costituente, un parlamento transitorio che si riunisce a Palazzo Montecitorio nominato dai partiti del CLN in attesa delle prime libere elezioni politiche dopo la fine della dittatura mussoliniana. Una di quelle donne era Clementina Caligaris, originaria di Vercelli, la terra delle mondine, per venti anni maestra elementare a Sezze prima di esserne cacciata dalle camicie nere nel 1922, alla vigilia della marcia su Roma.

Il Partito socialista di Pietro Nenni scelse Clementina Caligaris per la militanza svolta nei primi decenni del ‘900 accanto ai braccianti lepini e pontini, nelle Leghe di resistenza contadina, come sindacalista della scuola e per l’emancipazione delle donne. Dopo il suo allontanamento da Sezze si rifugiò a Velletri dove da subito riprese il suo impegno politico e sindacale,  portato avanti fino alla sua scomparsa nel 1977 a 94 anni.