Nicola Procaccini, sindaco di Terracina
Nicola Procaccini, sindaco di Terracina

È passato un anno da quando Nicola Procaccini è stato rieletto sindaco di Terracina, dopo la sfiducia che lo aveva portato a terminare il primo mandato con un anno di anticipo. Del post gestione commissariale, di questi primi 365 giorni di nuovo alla guida della sua città, e dei prossimi obiettivi, ha parlato in una lunga e interessante chiacchierata, terminata con … un matrimonio.

Sindaco, come ha trovato la città dopo un anno di commissariamento?

In una città commissariata il ritmo della macchina organizzativa va riattivato da zero. La difficoltà è enorme, si ferma un po’ tutto, si sono persie possibilità di finanziamento extracomunale, sono cambiate alcune norme in materia di formazione di bilancio che non abbiamo avuto il tempo di metabolizzare e ci siamo dovuti adeguare. Il commissariamento è difficile e il post commissariamento richiede molta attenzione, e molto tempo.

A proposito di bilancio, Terracina è definitivamente uscita dal dissesto?

Sì, è definitivamente uscita dal dissesto: qualcosa come 116 milioni di euro che siamo riusciti a smaltire nel corso dei  5 anni dal 2011 ad oggi. Contemporaneamente siamo anche riusciti a dare una serie di segnali sotto il profilo delle opere pubbliche, pulizia, e quant’altro. Chiaramente se avessimo più soldi potremmo fare molto di più.

A che punto è la questione treno? Si risolverà?

Come comune abbiamo fatto una richiesta di accesso a dei fondi europei attraverso la piattaforma regionale, siamo in attesa di buone notizie, si tratta di un intervento costoso, bisogna mettere in sicurezza l’intera montagna, servono diversi milioni di euro. Solo una volta che si è messa in sicurezza la montagna possiamo tornare a parlare di treno. La questione del dissesto idrogeologico però è regionale e nazionale.

Sul Progetto Sprar del Comune, dopo le difficoltà si è arrivati a una soluzione?

Abbiamo fatto un primo avviso pubblico per la coprogettazione, è arrivata una mezza candidatura non all’altezza, abbiamo presentato il bando su base europea, provando a diffondere ulteriormente la comunicazione. Se arriverà una proposta interessante per l’accoglienza di 44 persone tra donne e bambini, e un progetto che serva a fare vera accoglienza nei confronti di soggetti più deboli a cui si può insegnare un mestiere, ben venga. Se non arriva nulla di concreto, non parteciperemo al bando.

A quel punto Terracina potrebbe comunque ospitare fino a un massimo di 115 rifugiati, che però saranno gestiti interamente dalle cooperative?

In realtà quella era la quota di qualche tempo fa, ma con questi flussi migratori la quota può anche essere aumentata.

Veniamo all’estate, che stagione attende Terracina?

Terracina sta esplodendo da un punto di vista turistico e questo ci fa piacere, però fa aumentare anche le difficoltà. Noi abbiamo calcolato che l’anno scorso le presenze erano aumentate dal 26% rispetto all’anno prima. In questa stagione vediamo una percentuale del 50% in più rispetto all’anno scorso. Da un lato è bellissimo, dall’altro lato siamo stati presi un po’ alla sprovvista e è difficile conciliare una serie di aspetti come sicurezza, ordine, pulizia… Sono aumentate le difficoltà ma è bello che sia così A questa esplosione turistica dobbiamo accompagnare una riorganizzazione della città.

Avete previsto un calendario di manifestazioni estive?

C’è un calendario molto fitto, molto destagionalizzato, cerchiamo di lavorare sugli eventi per destagionalizzare l’offerta turistica, con appuntamenti che partono da aprile e si concludono di ottobre. L’ultimo fine settimana di settembre avremo di nuovo le frecce tricolori, che sarà in una settimana di eventi dedicati alla marina militare oltre che all’aeronautica. Il mio obiettivo è far diventare le frecce tricolori un appuntamento fisso.

Parliamo di pista ciclabile, avrà delle svolte o rimarrà così?

È uno degli argomenti su cui ho vinto la campagna elettorale, le città del futuro sono più a misura di persone, quindi hanno pista ciclabile, e isole pedonali, e sempre meno a misura di macchine, come erano negli anni ‘80. Questa rivoluzione è difficile da far digerire a chi è affezionato all’idea di girare in macchina, ma è un’idea vincente per turisti e residenti, innalza la qualità della vita in modo esponenziale. Grazie alla pista ciclabile su Viale Circe c’è stato un effetto non previsto come la riscoperta del lungomare. È tornato al centro della quotidianità terracinese la gente ci va in bicicletta, passeggia, ci fa footing e gli stessi stabilimenti balneari se ne sono avvantaggiati. I contrari si contano sulle dita di una mano.

A proposito di turismo e mobilità, la questione del ponte sul fiume Sisto si sta risolvendo?

La buona notizia è che entro la settimana c’è una ditta incaricata della Provincia che farà prove di carico per vedere condizioni strutturali di questo ponte, così da fare un’apertura parziale ai mezzi leggeri, magari con semaforo e il senso unico alternato. La situazione ci preoccupa perché condiziona la vita di decine di migliaia di residenti tra Terracina e San Felice e condiziona i turisti, poi il flusso veicolare si è diretto ad altre strade che non sono abituate a quella mole di traffico e rischiano di rovinarsi.

Facciamo un bilancio di questo primo anno, cosa voleva fare e non è riuscito a fare?

Avrei voluto fare tante perché sono uno che non si accontenta mai. Nel momento in cui riapri un’attività la prima cosa da fare sono progettare ciò che vorresti fare in futuro e trovare i soldi per realizzare ciò che hai progettato. Quest’anno ci siamo dedicati a programmare interventi e trovare le risorse, dopo di ché già da adesso, da questo mese, con una variazione di bilancio decisa dalla giunta, utilizzeremo un tesoretto di avanzo di amministrazione del 2016: faremo opere che abbiamo tenuto in sospeso, come manutenzione delle strade, illuminazione e riqualificazione di alcune aree degradate, impiantistica sportiva, mobilità sostenibile, l’ascensore che collega la parte alta alla parte bassa, e altri lavori ancora.

Lei dice che il primo anno serve a programmare, Coletta dice che serve a capire…

Beh, l’esperienza serve, devi avere la possibilità di fare errori, di imparare, è veramente una cosa faticosa, alla fine da sindaco sei solo, per quanto tu possa contornarti di persone in gamba, ascoltare le opinioni di tutti, le decisioni le prendi da solo e ne senti tutto il peso.

Invece, da qui ai prossimi 4 anni, che progetti ha per il futuro di Terracina?

Nella lista delle cose assolutamente da fare, c’è la riapertura del teatro romano, un’opera di cui Terracina deve andare orgogliosa e attirare l’attenzione del mondo intero. Il teatro è unico al mondo, incastonato all’interno del centro urbano: rimettere in funzione quello, svolgerci eventi e concerti, altro che Taormina! Poi vorrei realizzare la navigazione dei canali, ma servono finanziamenti importanti, è un’opera ambientale, di mobilità sostenibile, turistica, che ha mille effetti.

Sul fronte politico, che rapporti ha con la maggioranza e soprattutto con la minoranza?

Con la maggioranza ho rapporti ottimi, siamo stati temprati da una campagna elettorale soli contro tutti e questo ci ha unito molto. La minoranza, fa opposizione, è il gioco della democrazia. Mi lascia perplesso chi è stato eletto per risolvere i problemi, ha approfittato della scusa dello Sprar per potersi sganciare per la prossima campagna elettorale. Altrimenti, di chi fa opposizione ho massima stima e rispetto.

Un ultima domanda. È vero che si sposa?

Come circolano le notizie! (rideMi sposo a fine luglio, a Terracina. La cerimonia sarà officiata dal vicesindaco Roberta Tintari.

 

Tratto da Latina Quotidiano Di Eleonora Spagnolo

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