da Redazione Terracina Web | Mag 5, 2021 | Cause, Sociale
Il fatto Istanza straordinaria al Presidente della Repubblica per chiedere l’annullamento del permesso di costruire rilasciato
dal Comune. La strada amministrativa di Italia Nostra con un comitato formato da esponenti del Pd e del centrosinistra locale.
Un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per chiedere l’annullamento del permesso di costruire rilasciato alla società Residenze Circe srl, proprietaria dell’area dell’ex Pro Infantia. Questa la carta tentata da Italia Nostra con un comitato cittadino formato da diversi maggiorenti del centrosinistra e del Pd, per fermare il progetto di demolizione, ricostruzione e cambio di destinazione d’uso su viale Circe. Le firme di Agostino Attanasio, Daniela Celani,
Armando Cittarelli, Carmine Di Capua, Enzo Grillo,
Gabriele Panizzi, Vincenzo Recchia e Rita Visini, sono comparse in calce a un comunicato in cui si solleva il contenzioso amministrativo, affidato all’avvocato Giovanni Malinconico.
Una strada, quella scelta dai proponenti, tesa a marcare una differenza di approccio rispetto ad altre organizzazioni. «Vi sono state proteste, accese polemiche, nascita di comitati ma il cantiere dell’ex Pro Infantia è stato bloccato dall’intervento della Procura» spiegano. «La Procura si occupa però di reati, di un ambito penale che non attiene alla sfera d’iniziativa dei cittadini, a meno che taluno non abbia precisa e puntuale notizia di un reato o supponga l’esistenza di un reato». E i cittadini «possono farsi sentire mediante i loro rappresentanti nelle istituzioni ».
[nextpage title=”Una mossa rivendicata dal Pd”]
Una mossa rivendicata dal Pd, con la richiesta di convocazione urgente del Consiglio comunale del 20 gennaio scorso con la richiesta di revoca in autotutela degli atti, seguita poi in Consiglio regionale da Gaia Pernarella, consigliere del M5S, «che ha proposto un ordine del giorno votato all’unanimità che tuttavia non dà alcuna garanzia di poter conseguire i risultati sperati». Di qui, la decisione della cosiddetta «altra via», quella che «in presenza di atti amministrativi ritenuti illegittimi consente di chiederne l’annullamento davanti al Tar o mediante ricorso al Presidente della Repubblica». «Un atto serio e rigorosamente motivato che ci fa uscire dalla dimensione del chiacchiericcio dei social e restituisce alla comunità cittadina un ruolo attivo e consapevole, soprattutto in casi così importanti ». Bene anzi benissimo, dunque, lo sdegno dei cittadini ma, conclude il comitato, «c’è bisogno di fare un passo in avanti. Dare corpo alle proteste, tradurle in iniziative concrete e puntuali», «un primo passo per ridar vita a un’opposizione che, in una città dominata da vent’anni di centrodestra, sia capace di ritrovare forza e vitalità mettendo da parte vani e sterili protagonismi, azioni di pura propaganda utili solo a confondere le cose e a prendere in giro la città»
Visualizzazioni articolo: 362
da Redazione Terracina Web | Apr 20, 2021 | Cronaca, Giudiziaria, Lavoro, Notizie, Sociale
E’ stato un bracciante bengalese, povero, immigrato, senza diritti e forse senza più speranza a presentare la denuncia che ha portato a sette arresti per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro e all’applicazione del caporalato nelle campagne fra Terracina e San Felice Circeo. L’inchiesta “Job tax”, coordinata dalla Procura di Latina, ha ricostruito l’esistenza di un sodalizio dedito allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria in agricoltura, a estorsioni e all’impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni in serra. Con gli arresti, oltre che bloccare il trattamento disumano dei braccianti, si è arginato un grave pericolo per la salute pubblica legato all’uso dei fitofarmaci illegali. Gli indagati sono membri della stessa famiglia, titolare di un’azienda agricola per la coltivazione di ortaggi estesa su cinque siti produttivi tra San Felice Circeo, Sabaudia e Terracina, produzioni destinate poi al mercato locale, nazionale ed estero. A supporto dell’inchiesta non c’è solo l’originaria denuncia del bracciante bengalese, bensì un lungo elenco di altre prove, tra cui le dichiarazioni di persone informate sui fatti, intercettazioni, pedinamenti.
Tutta la produzione di quella società era basata “sullo sfruttamento dello stato di necessità dei braccianti” con l’ausilio di due caporali, entrambi bengalesi e utilizzati per il reclutamento e la gestione della manodopera straniera (quasi tutti lavoratori bengalesi, indiani e pachistani) “procurandosi un ingiusto profitto mediante l’impiego dei dipendenti in violazione del contratto collettivo nazionale”. E’ stata accertata un’evasione in danno dell’Inps di Latina di oltre mezzo milione di euro per il periodo compreso tra marzo e novembre 2019.
Nel corso dei sopralluoghi è emerso un mondo illegale e pericoloso dentro un territorio inquinato da sostanze dichiarate illecite da tempo, il cui uso era possibile “grazie” alla partecipazione di un “tecnico”, un agronomo. Il Nas dei carabinieri ha sequestrato 244 litri fitofarmaci nocivi del valore di 7000 euro. Nei dettagli di questa operazione si annida un modus agendi molto frequente nelle campagne pontine, emerso già altre volte: i braccianti erano costretti a sottoscrivere la ricevuta della busta paga con l’omessa contabilizzazione delle ore effettivamente prestate. Chi si rifiutava (ma era raro) di firmare subiva ritorsioni, non veniva pagato affatto.
Di fatto le retribuzioni erano in forma di cottimo e comunque bassissime, fino a due euro l’ora a fronte, peraltro, di rischi notevolissimi per la salute poiché i braccianti erano costretti a lavorare senza dispositivi di protezione contro l’inalazione dei fitofarmaci sparsi sui terreni e nelle serre. “Job tax” è stata anche un’operazione in “presa diretta”, con numerosi contributi video e registrazioni foniche che ne fanno il ritratto di un sistema criminale che mette insieme abusi sui lavoratori, evasione fiscale e contributivo con un inquinamento dei siti produttivi e ripercussioni sulla salute. Una piovra dell’agricoltura, tante volte descritta in servizi giornalistici e plurime interrogazioni parlamentari ma mai sconfitta e forse mai, finora, nemmeno ben rappresentata nelle indagini giudiziarie.
Visualizzazioni articolo: 109
da Redazione Terracina Web | Apr 20, 2021 | Ambiente, Comune, Cronaca, Cultura, News, Politica, Sociale
“Sul territorio ci saranno 42 mila nuove piante, l’obiettivo è quello di trasformare il Lazio nella prima Regione Green d’Italia”
REGIONE LAZIO, PROGETTO OSSIGENO: 6 MLN PER 100 NUOVI PROGETTI. 18 PROGETTI APPROVATI IN PROVINCIA DI LATINA
“Sul territorio ci saranno 42 mila nuove piante, l’obiettivo è quello di trasformare il Lazio nella prima Regione Green d’Italia”
La Regione Lazio ha qualche giorno fa approvato le graduatorie del progetto “Ossigeno”.
Grazie a una somma complessiva di 6 milioni di euro, che mette insieme i fondi stanziati nel 2020 e nel 2021, è possibile finanziare tutti i progetti presentati che sono entrati a far parte della graduatoria finale per ciascun lotto geografico.
In totale sono stati ammessi a finanziamento 100 progetti. Nel dettaglio, 28 saranno realizzati nella provincia di Frosinone, 18 in quella di Latina, 4 in provincia di Rieti, 12 a Viterbo, mentre nella provincia di Roma saranno 31 e nel territorio di Roma Capitale 8.
A conclusione della piantumazione, che avrà inizio nel mese di maggio, su tutto il territorio regionale saranno piantati 42mila tra alberi e arbusti che in media compenseranno circa 4.000 tonnellate all’anno di CO2.
Grazie all’impegno dei territori che hanno saputo presentare progettualità dall’alto valore ambientale il Lazio si arricchirà di un’architettura verde contribuendo enormemente al benessere del paesaggio e dei cittadini.
Amministrazione regionale, Comuni, Associazioni, Enti pubblici e privati, cittadini hanno lavorato insieme per la creazione di nuovi spazi verdi che faranno da sfondo a un disegno estremamente rispettoso del territorio.
PROGETTI FINANZIATI IN PROVINCIA DI LATINA
– Comune di Formia
– Comune di Sabaudia
– Comune di Sermoneta
– Comune di Fondi
– Comune di Lenola
– Istituto Istruzione Scolastico Teodosio Rossi
– Comune di Latina
– Comune di Sonnino
– Comune di Spigno Saturnia
– Comune di Monte San Biagio
– Comune di Cori
– Comune di Aprilia
– Comune di Minturno
– Comune di Priverno
– Comune di Roccagorga
– Comune di Sezze
– Comune di Castelforte
– Comune di Rocca Massima
Visualizzazioni articolo: 198
da Redazione Terracina Web | Apr 19, 2021 | Cronaca, Notizie, Politica, Sociale, Viabilità
Il cantiere del piazzale Eni fermo ormai da mesi nonostante la struttura per la mobilità pedonale sia quasi ultimata.
Un’altra estate senza ascensore
DIEGO ROMA
Nata male, continua a incontrare ostacoli una delle opere pubbliche più datate e al contempo più attese per la città di Terracina. Si tratta dell’ascensore previsto nell’ambito del progetto integrato di mobilità sostenibile, che dovrebbe collegare il centro storico basso all’altezza di
piazzale Eni alla curva di via Posterula, tagliando così un tratto di salita, in attesa che si costruisca anche il secondo. Secondo voci sempre più insistenti, Comune e ditta stanno andando verso una rescissione del contratto, e d’altra parte è ormai da diversi mesi che il cantiere è fermo,
non si avverte alcun movimento e anzi la scorsa estate era accaduto addirittura che qualcuno utilizzasse le scale ormai costruite per raggiungere il centro storico. Sì, perché il paradosso è che la struttura appare pronta, realizzata in gran parte, ma qualcosa deve essere andato storto e infatti sembrerebbe che l’ente sia alle prese con l’ipotesi di rescissione del contratto con la società che si era aggiudicata
l’appalto, la Rti composta dalle Impresa Capogruppo “Molinaro Salvatore” (poi confluita nella S4 Molinaro Costruzioni srl), mandante
“Ipm spa” cooptata Edumol di Lenola. Non è chiaro quali siano i problemi, quel che è certo è che se il Comune dovesse andare a risoluzione o rescissione, si tratterebbe della seconda volta per questa opera, e quasi mai si tratta di operazioni indolori. La prima risoluzione risale al 2008, avvenne con la società Micos spa, la prima aggiudicataria del- Il tratto finale dell’ascensore l’appalto, che oltre ad incassare una penale fece causa al Comune e chiese la bellezza di 2,6 milioni di euro più interessi legali. Ad evitare la batosta, l’avvocatura comunale, ma ad ogni modo l’ente ha dovuto pagare una bella cifra, parliamo di 144 mila euro più interessi perché la sospensione dei lavori decisa dal Comune
fu comunque giudicata illegittima.
E così, se appare quasi certo che l’ascensore non aprirà nemmeno questa estate, resta la beffa di un’opera completata all’80 per cento che rischia di restare così ancora chissà per quanto tempo. La procedura vuole che si faccia scorrere la graduatoria per selezionare la ditta seconda classificata. E questa pare essere la direzione in cui andrà l’amministrazione comunale.
LA VENDETTA È UN PIATTO CHE VA SERVITO FREDDO
ALLORA ASSESSORE ZOMPARELLI CE LO DICE LEI QUANTO AVETE GIÀ EROGATO ALL’AZIENDA CHE HA COSTRUITO L’ASCENSORE OPPURE LO DOBBIAMO SCOPRIRE DA SOLI?
STIA CERTO CHE CON O SENZA IL SUO CONTRIBUTO LO SCOPRIREMO LO STESSO.
Visualizzazioni articolo: 136
da Redazione Terracina Web | Apr 19, 2021 | Cronaca, Giudiziaria, Notizie, Sociale
Braccianti agricoli sfruttati, estorsioni e uso di fitofarmaci: sgominata un’associazione per delinquere tra Terracina e Venezia
Visualizzazioni articolo: 88
da Redazione Terracina Web | Apr 16, 2021 | Comune, Cronaca, Politica, Scuola, Sociale
Terracina – “E’ nato il Comitato cittadino Salviamo la Pro Infantia di Terracina – in breve Comitato Cittadino Salviamo la Pro Infantia – ad opera di un gruppo di volenterosi cittadini, residenti e non, che già da tempo si sono riuniti nell’omonimo gruppo Facebook – Salviamo la Pro Infantia -, prima privato in fase di organizzazione e poi pubblico, che ad oggi raccoglie complessivamente circa 300 membri”, si legge in una nota diffusa dai suoi promotori.
“Siamo contenti, quindi, di poter annunciare che da oggi esiste a Terracina un comitato cittadino di volontariato, libero e spontaneo, apartitico e aconfessionale, a cui tutti potranno prendere parte, direttamente orientato ad affrontare le problematiche e le tematiche dei cittadini e dei turisti della zona di Viale Circe e delle sue aree limitrofe, incluse le spiagge e le zone costiere”.
“Il viale Circe di Terracina è una zona di grandissimo pregio per i suoi innumerevoli meriti paesaggistici e ambientali, ma è anche una zona percorsa da un traffico veicolare intenso, cronicamente carente di parcheggi comodi e funzionali per i mezzi privati e per le bici, e, soprattutto, priva di spazi verdi. Senza contare che il problema del traffico si accresce durante i periodi di vacanza anche per la presenza della pista ciclabile, che ovviamente è un patrimonio importante della città, ma va sicuramente manutenuta, potenziata e resa più sicura. Ma il viale Circe di Terracina è prezioso anche per altri due motivi:
1) per la presenza dello stabile della ex colonia marina Pro Infantia di Terracina, edificio che appartiene alla memoria culturale, storica e sociale della città, purtroppo alienato a privati invece che acquisito a patrimonio pubblico, e dei suoi annessi spazi verdi – questi ultimi unico tratto di costa ancora libera da costruzioni a fronte di un lungomare densamente edificato per chilometri;
2) per la presenza sul lungomare di un’altra villa storica con annesso spazio verde, la Villa Adrover, in precedenza edificio di comproprietà comunale, recentemente anch’esso purtroppo alienato a privati, invece che acquisito a patrimonio pubblico.
Oggi entrambe queste realtà storiche e naturalistiche sono in pericolo e hanno bisogno di essere salvate. II Comitato cittadino Salviamo la Pro Infantia si propone infatti questi obiettivi:
- salvare dalla lottizzazione privata residenziale e riportare alla originaria destinazione d’uso l’ultima area verde del Lungomare di Terracina ancora non edificata, agevolando in essa la realizzazione di verde pubblico cittadino e parcheggi aperti alla fruizione di tutti. Per questo siamo stati particolarmente contenti di leggere la recente ordinanza del Tribunale del Riesame in merito al sequestro preventivo per ipotesi di lottizzazione abusiva dell’intero lotto della Pro Infantia, nella quale, oltre una serie di motivazioni più tecniche e amministrative, si riafferma la necessità di comprovare l’effettiva utilità per la collettività di monetizzare e quindi vendere di fatto al privato spazi destinati a verde e parcheggi – in una zona già molto carente di questi spazi – e si sottolinea la mancanza di un quadro urbanistico di riferimento per l’area del Lungomare in cui dovrebbe essere inserito ogni nuovo e impattante intervento urbanistico;
- preservare la memoria storica e culturale, salvare dalla demolizione e riportare alla originaria destinazione d’uso l’immobile della ex colonia Pro Infantia, contribuendo con proposte di vera rigenerazione urbana a riportare lo stabile della Pro Infantia alla sua consueta vocazione, essendo lo stesso da sempre destinato ad usi pubblici come uffici comunali, scuole, sedi di forze dell’ordine. A questo proposito ricordiamo che la stessa Regione Lazio aveva plaudito solo tre anni fa alla proposta di un progetto di trasformazione della ex Colonia Pro Infantia in sede del prestigioso Istituto Alberghiero IPS A. Filosi con annesso Albergo Didattico. Tale progetto, che la Regione sembrava allora intenzionata a finanziare almeno in parte e che aveva avuto anche l’avallo della Provincia, avrebbe potuto formare centinaia di giovani facendo crescere la qualità dell’ ospitalità alberghiera nella nostra città;
- sorvegliare ed intervenire su qualsiasi iniziativa volta a privatizzare la zona costiera e gli accessi al mare nonché vigilare su ogni abuso edilizio che sia a detrimento della bellezza della zona, tutelando l’ambiente e il paesaggio dalla cementificazione, ivi incluse le spiagge e le coste. Per questo ci batteremo per ottenere il rispetto della quota di spiagge libere facilmente fruibili sul nostro lungomare, e per la loro gestione ottimale, come obbligatoriamente previsto dal Regolamento regionale del 12 Agosto 2016 n. 19;
- promuovere stili di vita sostenibili e buone pratiche ambientali di fruizione sociale degli spazi pubblici e di tutela giuridica dei beni pubblici;
- cooperare con ogni associazione o organizzazione pubblica o privata che si trovi ad agire per la tutela e la valorizzazione del Lungomare di Terracina e delle sue aree limitrofe.
Come comitato, come prime azioni concrete, saremo impegnati, oltre che nella campagna di promozione del comitato stesso, anche nella preparazione per la costituzione come parte civile nell’eventuale processo che dovesse scaturire dalle indagini successive al sequestro dell’intero lotto della Pro Infantia per ipotesi di lottizzazione abusiva”, raccontano.
“Dunque, soprattutto adesso, abbiamo bisogno del vostro aiuto e sostegno. E’ arrivato il momento di salvare la Pro Infantia e il nostro lungomare dalla speculazione edilizia. Tutti insieme”, concludono.

Visualizzazioni articolo: 81